Caratteristiche
Il ghiozzo, guato, gò (Zosterisessor ophiocephalus) è un pesce tipico delle nostre aree lagunari, è considerato un pesce sciocco perché si lascia catturare facilmente sia con l’amo sia con le apposite nasse, calate sulle distese di fanerogame lagunari.
Aspetto
Ha un corpo cilindrico, non molto allungato, con testa grossa e arrotondata, muso corto, labbra grosse e denti in più serie. Tra i Gobidi, cui appartiene, è la specie che raggiunge la massima lunghezza, cioè circa 20-25 cm. Il colore della livrea esterna è giallo-olivastro chiaro, con riflessi dorati, dorso marmorizzato di marrone e ventre giallo. È prettamente carnivoro, si nutre di animaletti come vermi marini o di acqua dolce (lombrichi), piccoli crostacei, molluschi, eventuali larve.
Dove vive
Vive preferibilmente nei fondali fangosi della laguna ed è una delle pochissime specie dell’Alto Adriatico che in laguna si riproduce, nel corso dei mesi estivi. Dopo un complesso rituale di corteggiamento, le uova vengono deposte sulla volta o soffitto delle tane riproduttive, meno profonde di quelle che utilizza per lo sverno. In quel caso si rifugia in tane da lui stesso scavate che possono arrivare fino a un metro di profondità.
Come si pesca
La pesca di gò con le nasse è uno dei mestieri legati alla laguna veneto-friulana e ha un carattere stagionale, si pratica infatti nei mesi estivi, da giugno a settembre. La nassa, o cogol, viene fissata tramite due paletti sul fondale erboso ed è tenuta aperta da tre cerchi. Prima del posizionamento, nelle nasse, circa 70-80 a persona, vengono inserite abbondanti manciate di esche a base di granchi triturati. L’imbarcazione procede al minimo con l’accortezza di utilizzare una marea adeguata per non intorbidire l’acqua: le fanerogame non vengono quindi interessate dall’azione dell’elica.