Caratteristiche
Nell’area giuliana il sardòn batte decisamente la sardèla in popolarità. Se le sardine erano oggetto di famose “tratte” sulle coste dalmate, con richiami luminosi ottenuti bruciando legna resinosa su una graticola sita a prua della luminieria (caiccio), antichi progenitori delle attuali saccaleve, i sardoni sono sempre stati amati. Lo si capisce anche dai modi di dire, dalla definizione di sardoni barcolani, per quelli apprezzatissimi a pasta bianca fino a “tirar sardoni” nel significato di fare la corte, come il pescatore che butta l’amo all’acciuga.
Ma, bando alle divagazioni. Per stabilire una volta per tutte la differenza ci aiuta il latino: sardina è Sardina pilchardus, alice o acciuga è Engraulis encrasicholus. Sono due specie che appartengono a famiglie diverse e hanno un aspetto decisamente differente.
Aspetto
L’acciuga ha corpo allungato e snello, privo della cresta ventrale di scaglie rigide presente nella sardina. La testa è grande, conica, appuntita, con occhi grandi posti all’estremità anteriore della testa, in posizione avanzata. Anche la bocca è grande (più che nella sardina), ampia fin oltre l’occhio ed è posta nella parte inferiore della testa. La mascella superiore è più lunga dell’inferiore; denti piccoli e numerosi. Le scaglie sono piccole e si staccano facilmente. La pinna dorsale è abbastanza breve, di forma triangolare, inserita circa a metà del corpo. Le pinne pettorali sono inserite molto in basso, presso il bordo ventrale del corpo e sono strette e allungate. La pinna caudale è biloba. La colorazione è argentea sui fianchi e biancastra sul ventre, il dorso è verde-azzurro.
Dove vive
Si tratta di un tipico pesce pelagico che si può trovare anche a grande distanza dalle coste, a cui si avvicina in maggio-giugno per la riproduzione. Di solito nella stagione calda non si incontra a profondità superiori a 50 m. È una specie moderatamente eurialina, tollera le acque salmastre e talvolta penetra nelle foci e nelle lagune