Caratteristiche
Si fa presto a dire cefalo. In realtà i cefali del nostro golfo, tutti appartenenti alla famiglia dei Mugilidi, sono cinque: cefalo volpina (Mugil cephalus), cefalo calamita (Liza ramada), cefalo dorato o lotregano (Liza aurata), cefalo verzelata o musino (Liza Saliens) e la bosega (Chelon labrosus). I cefali (Sièvoli in dialetto veneto e Cièul in friulano) sono fra le specie ittiche più diffuse e apprezzate in tutto il mondo, soprattutto perché sanno adattarsi alle più disparate condizioni ambientali.
Aspetto
Come tutti i cefali ha una forma affusolata, ben proporzionata, idrodinamica. La colorazione del corpo è complessivamente argentea, tranne la presenza di qualche chiazza colorata. La volpina, che, quando è allo stadio giovanile, nella laguna di Marano e Grado è detta Meciàtolo, si riconosce per la presenza di fasce scure poste lateralmente e per gli occhi dotati di palpebre verticali adipose, con membrana opalescente che ricopre l’occhio.
Dove vive
I cefali si spostano tra le lagune e i mari più profondi delle coste orientali a seconda delle stagioni e del periodo riproduttivo. In relazione alle stagioni troveremo disponibilità di cefali in aree diverse e di conseguenza anche le modalità e tecniche di pesca saranno diverse. Un tempo ciascuna di queste specie rivestiva una specifica importanza nelle Valli da pesca dell’Alto Adriatico (Marano Lagunare, Grado) nella scansione del ciclo produttivo della valle da pesca (dal latino vallum, protezione, argine). Ricordiamo che la vallicoltura è una delle forme di allevamento di pesce fra le più antiche, praticata da secoli lungo il litorale adriatico. Essa risale agli antichi romani che utilizzavano anfratti di costa e di baie nei quali racchiudere spazi di mare e acqua salmastra da adibire in maniera estensiva all’allevamento di pesci, preservandoli da agenti inquinanti provenienti dall’esterno.